La “Lia”, associazione che raggruppa gli imprenditori del settore funerario, annuncia che in assenza di provvedimenti specifici a partire dal 30 marzo le imprese si fermeranno e non svolgeranno più attività. Le imprese, tutte, da giorni e giorni fanno appello alle autorità (tutti appelli caduti nel vuoto) affinché il personale sia sottoposto a monitoraggio sanitario e perché possano approvvigionarsi di adeguati dispositivi di protezione che ovviamente sono ben disposti a pagare. Eppure, a dire degli operatori, si continua così a esporre la collettività, soprattutto anziani, malati e disabili, a un enorme rischio di contagio.
Infatti attualmente “chi entra ed esce quotidianamente dalle strutture sanitarie e dalle abitazioni dei parenti dei defunti, diventa infatti non solo una facile preda, ma anche un veicolo perfetto per la diffusione del virus Covid-19. A costo di mettere a rischio il futuro delle loro stesse aziende, gli imprenditori della categoria seguiranno la propria coscienza, interrompendo le attività nel giorno di lunedì 30 marzo”.
Le aziende ribadiscono quindi “Le uniche soluzioni affinché il servizio possa continuare nel rispetto della sicurezza dei cittadini restano il monitoraggio degli operatori tramite tamponi periodici, così come dovrebbe essere per tutti gli operatori sanitari, e un canale di fornitura prioritario (a pagamento) di dispositivi di protezione individuale. È ora che siano le coscienze individuali ad entrare in gioco. Dopo aver più volte lanciato l’allarme, siamo chiamati a fare l’unica scelta responsabile per il bene della collettività. Abbiamo dato tutto quello che potevamo sul campo, ogni giorno e ogni notte, perdendo anche amici e colleghi. Vorremmo fortemente continuare con lo stesso impegno, ma in assenza di un intervento delle istituzioni, per noi la priorità è difendere la cittadinanza, della quale anche noi facciamo parte”, spiega Antonio Ricciardi, presidente categoria onoranze funebri Lia Bergamo, all’agenzia di stampa Adnkronos, che conclude “Chi oggi fa annunci sul garantire il servizio senza protezioni o controlli è un irresponsabile, o non ha ben chiaro a quali pericoli sta esponendo tutta la collettività. Non si tratta di garantire o non garantire un servizio. Si tratta di non contribuire alla diffusione di un virus che sta uccidendo centinaia di persone”.
A ribadire quanto sia corretto l’allarme lanciato dall’associazione Lia ricordiamo come nei giorni scorsi, proprio, fra le vittime si è registrato anche il titolare di un’agenzia di pompe funebri, anch’esso affetto da Covid-19.